Storia || Gli Arabi
Arabi
Bizantini contro Persiani Tra il VI e il VII secolo due grandi potenze si contendevano la supremazia sul Medio Oriente: l’impero bizantino e l’impero persiano.Essi troppo impegnati a combattersi, non si accorsero che,non lontano da loro, prendeva corpo una terza potenza,giovane e temibile.Quando se ne avvidero,era ormai troppo tardi.Raccontare la nascita di questa potenza vuol dire raccontare insieme la nascita di una religione e di un impero,tra i più grandi che siano mai esistiti.
La penisola arabica Lo scenario dove comincia questa avventura è la penisola arabica,divisa in due grandi aree geografiche e ambientali.La prima era l’antica Arabia Felix dei Romani,dove vivevano popolazioni sedentarie e fioriva un intensa vita urbana,l’organizzazione politica era di tipo monarchico e l’influenza persiana era molto forte;a quest’area si contrapponevano le enormi distese desertiche punteggiate di oasi e solcate dai nomadi beduini,che secondo la tradizione erano gli arabi autoctoni.Essi vivevano di allevamento, del commercio carovaniero e di razzie,erano organizzati in comunità rinsaldate dai vincoli della famiglia e della tribù,di cui tutti i membri si riconoscevano nela guida di un capo; nella comunità un altro personaggio di rilievo era il poeta,simbolo vivente delle antiche tradizioni che configuravano la tribù.Tra i Beduini,la proprietà privata aveva margini assai ridotti e tanto gli animali quanto i pascoli erano considerati beni coletttivi.
Il quadro religioso In Arabia erano molto diffusi i culti politeistici.I luoghi sacri erano spesso considerati zone di asilo e vi si svolgevano pellegrinaggi.I più importanti avevano come meta la Mecca,situati in un crocevia di piste lungo la grande via carovaniera che collegava lo Yemen a Gaza,essa era un luogo brulicante di uomini,di merci,di culti.In questa città affluivano i pellegrini che si recavano in preghiera presso i numerosi santuari che vi sorgevano.Il più importante era la Kaaba
Nascita di una religione Questa realtà fu sconvolta e rimodellata da Maometto,sulla cui infanzia siamo poco informati.Sappiamo che,rimase orfano,fu allevato dal nonno,che ricopriva,alla Mecca,l’importante carica di guardiano della sorgente principale,all’età di 25 anni sposò una ricca vedova.Pur continuando a occuparsi di affari,Maometto ebbe modo di dedicarsi alla meditazione e alla religione.Secondo la tradizione,la svolta avvenne nel 610,quando,una notte, gli apparve l’arcangelo Gabriele, che rivelò di essere stato inviato da Allah e gli ordinò di pregare e recitare la parola divina.Incoraggiato dai famigliari,tre anni dopo Maometto intraprese la predicazione.Egli invitava ad abbandonare il politeismo e ad adorare Allah come nico dio,a fare atto di sottomissione alla sua autorità,annunciava il giudizio finale in cui gli uomini sarebbero stati giudicati per le loro azioni,predicava la generosità e la carità per i poveri;egli condannava inoltre il matrimonio tra consanguinei e l’infanticidio delle figlie femmine.
Reazioni Il messaggio incontrò subito il favore dei ceti meno abbienti e degli schiavi, ma affascinò anche alcuni membri delle famiglie più influenti della Mecca.Esso suscitò tuttavia la forte opposizione dei capi locali.Essi temevano che l’appello al monoteismo frenasse l’afflusso dei pellegrini.La comunità dei sottomessi ad Allah dovette quindi subire una dura persecuzione,essa malgrado varie oppressioni crebbe.Nel 622 per sottrarsi a una nuova minaccia Maometto e i suoi seguaci decisero di emigrare e si rifugiarono nella città di Yathrib. Questa emigrazione o ègira fondò la nuova era musulmana che comincia nel 16 luglio 622.La fuga dalla Mecca favorì lo spirito di coesione dei seguaci di Allah e incentivò al tempo stesso la diffusione del messaggio.
La comunità di Medina e il giudaismo Dopo l’ègira,Yathrib fu dichiarata la “città del profeta”,in arabo Medina.A Medina si precisò e si definì il rapporto tra l’Islam e il giudaismo.Maometto adottò i divieti alimentari ebraici e il digiuno.La preghiera comunitaria veniva inoltre recitata in direzione di Gerusalemme.Tuttavia i rapporti tra le due religioni erano destinati a incrinarsi.Maometto si considerava L’ultimo profeta e si riteneva di essere il depositario della rivelazione divina più pura e autentica.Questa convinzione era in antitesi alla concezione del popolo ebraico come popolo “eletto” da Dio.Quando lì impossibilità di conciliare queste visioni risultò evidente,si giunse all’aperta rottura.Fu quindi modificato il rituale della preghiera che da quel momento in poi venne recitata rivolgendosi verso la Mecca, mentre il digiuno fu sostituito dal Ramadan.
Il trionfo di Maometto A Medina la comunità musulmana acquistò anche una compattezza di tipo militare.Gli esuli si diedero infatti alle antiche ed eroiche attività dei Beduini: al razzia, l’assalto alle carovane, il brigantaggio.Queste attività guerriere accrebbero il prestigio del profeta,diedero ulteriore coesione al gruppo e inaugurarono una fase di espansione che portò i musulmani a estendere il loro dominio su molte tribù e a sferrare l’attacco decisivo contro i nemici:l’11 gennaio 630,Maometto e i suoi seguaci entrarono trionfalmente nella Mecca,che fu dichiarata città sacra dei musulmani,tutti gli idoli furono distrutti,la popolazione giurò fedeltà al profeta.
I fondamenti della fede In lunghi anni di predicazione e lotte, il contenuto della religione musulmana si era andato arricchendo e precisando,alla cui base c’è un libro,il Corano.Esso è costituito dall’insieme delle rivelazioni che,secondo Maometto,Dio gli aveva fatto.Il libro si divide in 114 capitoli,detti sure.La raccolta non fu opera di Maometto, ma del suo segretario, che decise di riunire le sure.Il criterio seguito dal redattore nella sistemazione dei materiali si basa unicamente sulla lunghezza delle sure.I temi si susseguono dunque l’uno all’altro casualmente,ma compongono comunque un’omogenea sintesi del messaggio di Maometto.Nel Corano i fedeli ricercavano una risposta a tutti gli interrogativi umani,non solo in materia di religione, ma anche di rapporti sociali,di economia,di politica.Essendo il testo coranico insufficiente a tale scopo, si fece ricorso anche alla sunna, il corpus delle tradizioni, raccolte dai compagni di Maometto.
Le rivelazioni precedenti Nella concezione musulmana,l’Islam era la stessa religione eterna che era stata in precedenza rivelata agli ebrei e ai cristiani, e che questi avevano corrotto.I musulmani,non negavano la validità delle rivelazioni che erano state fatte ai profeti del passato, ma ritenevano che la rivelazione ricevuta da Maometto fosse la più completa e pura.


I 5 pilastri
Essere musulmani voleva dire adempiere a cinque compiti fondamentali i cosidetti “5 pilastri”: -la doppia professione di fede(-Non c’è altro Dio che Allah e Maometto è il suo profeta-); - la preghiera da recitare cinque volte al giorno al richiamo del muezzin con il viso rivolto verso la Mecca; -l’elemosina legale per l’assistenza ai poveri,pari a un decimo del reddito; -il digiuno nel mese di Ramadan in segno di purificazione; -il pellegrinaggio alla Mecca da compiere almeno una volta nella vita.
I buoni costumi Venivano poi i cosidetti “buoni costumi” stabiliti dal profeta.Tra questi primeggiava, il gihad, parola che indica un concetto fondamentale dell’islamismo: la guerra santa, intesa sia come opera missionaria per la propagazione della fede sia come vera e propria lotta armata contro gli infedeli;che poteva concludersi solo con la conversione o il soggiogamento di tutta l’umanità.Era quindi giuridicamente impossibile che venisse firmato un trattato di pace tra l’Islam e un popolo che non fosse musulmano.Il concetto diguerra santa era condiviso anche dal cristianesimo.Altre norme riguardavano apetti del comportamento, come l’uso del velo femminile, e la via matrimoniale: solo ai maschi era concesso sposare donne di credi differenti,l’adulterio era punito con la massima severità,la poligamia era consentita.

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